di plethom
:SSS; transublime :-(( FF:: ................................sublime degli esseri di svelarsi in una transarmonia: il gioco terribile meraviglioso del distruttivo e la fuga inesorabile della fortuna, sublime intorno al daemon della transpurezza coincidente con l'esistenza nel relativo sublime: il fascino intero di quel sublime di magnitudine nel matematico sublime, nel dinamicamente sublime come transdynamis nel sublime, quale propriamente sublime e natura alternazione e alterità, rapidità e alterezza. Così, il sublime è intenzionale quale libertà in trascendenza sublime:i sublimi possono essere anche amorfi, il sublime sembra essere-intenzionale, transviolenta le facoltà di senso e di transestetica apprensività.
Kant divise il sublime nel 'matematico', grande magnitudine ed il 'dinamico' , magnitudine di forza in relazione alla volontà. Il matematico sublime è definito come qualche transentità transfenomenica di 'assolutamente grande', ovvero 'grande oltre ogni paragone', o transidea sublime. Di solito, applichiamo qualche genere di standard di paragone. L'assolutamente grande, comunque non è il risultato di un paragone o una comparazione spaziale.
Alcun ob-getto è misurabile, anche la taglia dell'universo, nessuno nè meno una montagna. Kant pensò soltanto al matematico in natura, ma fondamentalmente riflesso sul 'estetico' nel senso di 'intuitivo' . La misura, richiede un numero o anche un transenso di transingolarità, che possano essere contenute insieme nell'immaginazione e così 'comprese' . Un ob-getto che ecceda questi limiti, nonostante la sua taglia matematica, sarà transpresente come assolutamente grande . Sublimi ob-getti di transenso, oceani, piramidi sono definiti sublimi. Transdasein-analytik del transideale transestetico estatico:
nell'analitica della transbellezza Kant introduce il concetto "dell' ideale della bellezza" nella relativa forma più pura quale translogos della transpurezza, quale risposta all'apparenza pura della forma in un ob-getto, in contrasto con tutto il reale, in uno dei sensi di quel concetto, avente uno scopo specifico o essendo destinando ad avere uno scopo, identifica così la transbellezza della transpurezza con la forma o l'apparenza pura. Kant complica la sua analisi riconoscendo le forme della bellezza che non sono pure ma connesse con il riconoscimento del reale: è "la bellezza aderente," una bellezza della forma che è costante o stabile o appropriata per lo scopo di un ob-getto o un gegenstad o un ente o un superente, che abbiano chiaramente un telos, quale relativa forma possibile nei vari sensi, o sensibilità empiriche. Kant addiviene al transideale della bellezza, quando non ci sia adeguatezza tra le transidee e il gegenstand, ma mai al transideale del sublime, giacchè è paradossale in sè, o di più alto modello, l'archetipo, una traspresenza di un ob-getto specifico o il tipo particolare di ob-getto che sia massima transbellezza , si pensa la transbellezza iniziata dalla translogica o l'archetipo . La transbellezza per cui un'idea è di essere ricercata non può essere una bellezza vaga, debba appartenere all'ob-getto di un translogos interamente puro. Ciò significa che il transideale della transbellezza è l'essere aderente: un'espressione transestetica unicamente adatta per quello o questo scopo o estremità dell'esserci, il solo capace di un transideale della transbellezza, giacchè c'è sempre inadeguatezza tra la transidea e il gegenstand. Il transdasein è il solo fra tutti i transenti nel mondo capace del transideale di perfezione, anche quale transbellezza della figura del transesserci, in interagenza con l' immaginazione. L'immaginazione è implicata: il transideale della transbellezza può essere generato soltanto da un atto epigenetico dell'immaginazione transestetica; l'associazione deve essere generata dall'immaginazione, significa che il transideale della transbellezza può essere trovato nella transbellezza architettonica della forma del transesserci nello spazio: cioè la configurazione stabile delle caratteristiche dell'apparenza della transvivenza, quale transarmonia fra le funzioni esplicitamente volute dei movimenti intenzionali dinamici dell'essere del transente e le funzioni istintive in conformità con i principii transideali, anche qualora si de-purino desideri e sensibilità : l'esistenza è la libertà dei movimenti intenzionali dinamici del transesserci, la bellezza "d'eccitazione" e "la bellezza di distensione" o "di fusione". Schelling pensò la transbellezza naturale: la sua è una teoria della transbellezza naturale ed artistica transestetica della transprensività transensitiva della verità. Estetica che nella sua classificazione delle arti, disvela un riconoscimento adeguato dell'importanza della verità , effettivamente verità in transenso, nell' esperienza nell'arte o del sublimity, per la conoscenza della verità: l'estetica di Kant invece svela il piacere nella transbellezza disinteressata, soddisfacente senza un concetto, una transensibilità del piacere in un ob-getto senza considerare che cosa i concetti applichino, una transensibilità quale translogos della transbellezza, il riconoscimento di adattamento dell'ob-getto al relativo ambiente quale essere nello spazio, non la verità: percezione di transarmonia e di benessere allineate nella transarmonia e transensibilità, dove la natura riveli una costanza elastico-efficace delle transentità, nella transbellezza armoniosa o transensibilità o natura armoniosa, o transonanza fra transarmonia e transessere in natura, percezione di transarmonia in natura bene-ordinata che attragga l' attenzione o la transensibilità della transbellezza o la transvisione della transbellezza . Si interpreta così la transensibilità nella transestetica come sensibilità della transvivenza profonda, la sua transvisione quale epigenesi del piacere estetico: è l' analisi della transvisione transideale libera della bellezza naturale, che non dipenda dalla concetto del relativo ob-getto, non si conclude là, la sua analisi delle esperienze estetiche include i casi della bellezza aderente degli impianti della natura così come dell'arte in generale, sua è la concezione di gioco libero con la forma pura di un ob-getto, in una armonia di forme quale transarmonia in transbellezza. Si complicò così la concezione iniziale del disinteresse di tranvisione transestetica per consentire l'interesse intellettuale nell'esistenza della bellezza naturale, quale esperienza nella bellezza o esperienza in benessere nell'essere nel mondo, in connessione con il gioco libero delle facoltà e della sensibilità nella radura di transvivenza. Là la soddisfazione o il piacere è la transensibilità, è la coscienza di un gioco libero di tutte le facoltà degli esseri che si identifichi nel gioco libero delle facoltà , il gioco della mente che deve essere fortemente vivo e liberante e animante. Il piacere intellettuale è costituito nella coscienza della libertà in conformità con le transcategorie. La libertà è una continuità piuttosto che discontinuità : il piacere transestetico è interesse intellettuale nella transbellezza, transpriorità, l'esistenza della transbellezza è "una traccia" o "segno" , l' interesse intellettuale nell' estetica è soggettiva. Il piacere transestetico nella bellezza naturale è un segno della possibilità del trans-essere in natura, lì si desidera sostenere il nesso fra l'interesse intellettuale ed estetico nell'esistenza della transbellezza , senza disvelare l'estetica della verità. Il sublime disvela l'intermittenza del cuore e dà stabilità instabile all'attesa immobile e con-tesa. È stancante, angosciante giacchè c'è sempre l'apprensività dell'essere. La bellezza discioglie l'anima o l'essere animato. L'evento del sublime va al di là dei frammenti è la tranvisione delle passioni in epigenesi sublimi, sublyme non è perché ci sono sublymità, bensì, al contrario, poiché e in quanto accade il sublyme, persiste la necessità del sublyme. E soltanto la necessità del sublyme è il fondamento di possibilità del sublyme. La domanda sull’origine del sublyme deve procedere dall’essere-sublyme. Ma l'essere-sublyme si determina in primo luogo, ovvero di già, dall’origine si traneventui il sublime: consiste nell’acquisizione della transpriorità del sublyme nel suo essere-sublyme: essere-sublyme, nel senso dell’essere-in-ekstasy, anche in quello dell’essere-ob-getto del sublyme in generale: il tentativo di riscattare il sublyme da ogni riferimento ad altro all’infuori di sè non contravviene proprio all’essenza del sublyme? Certamente, giacché il sublyme vuol essere disvelato in quanto sublyme. E per la precisione in via supplementare all’interno di una svelatezza: essere-sublyme significa essere-disvelato. Però la domanda è che cosa voglia dire, qui, disvelatezza. In generale, ciò in cui la sublymanza mentre sta sospesa fuori nell’aperto
non è mai transentità sussistente , bensì nell’essere-disvelata
della sublymanza quest’ultima si procura per la prima volta la propria dimensione transestatika. E da questa forza
di transdecostruzione si misura la grandezza del sublyme.
Da sé, questo prendere riferimento nell’aperto è certamente essenziale per l’essere-sublyme; ma esso prende fondo, per parte sua, nel tratto fondamentale dell’essere-sublyme, che dovrà essere portato gradualmente alla translucenza: della sublymità come essa è di per sé e presso di sè. La sublymanza è presso se stessa fintanto che il sublyme è in ekstasy, nell’essere-sublyme. Qualunque gegenstand in contrastanza eristica di qualsiasi transfenomenica transkategorika che disveli alcun genere di eccitanza, o di transestasi della physis quali transidee di dolore e pericolo e terrore e orrore e paura e angoscia, o qualunque transfenomeno transintenzionale che faccia percepire alcun genere di terribilità, o sia noematico di ob-getti terribili, od opera in una maniera analogo a terrore, è una fonte del sublime o dà origine al sublyme; ovvero, è autopoiesi dell'emozione più forte che la mente sia capace di sentire: quale emozione più forte, perché si è soprafatti in transcendenza dalle transidee sul dolore che sono molto più potenti di quelle che subentrino quali transfenomeni del piacere: il dispiacere è più potente della debolezza o delicatezza piacevole, quell'alternanza o quell'alterità transintenzionale svela in sè il transfenomeno della dynamis o movimento in sè dell'essere-sublyme. Senza altro i tormenti che attanagliano l'esserci quali paura, terrore ed angoscia svelano sofferenze inaudite ed indicibili, prossime all'estasi mistica della compassione e sono molto più grandi nel loro effetto sul corpo animato che alcun piacere sia pure immaginato, dal libertinaggio più dotto o più singolare, o che l'immaginazione della transvivenza, o che il più transonoro e squisitamente assennato, potrebbe godere: si è sempre nel grande dubbio quando si immagini che alcuni potrebbero rinunciare ad una vita di soddisfazioni la più perfetta al fine di terminare la transvivenza nei tormenti, anche in prospettiva di eventi generanti dolori e dispiaceri, giacchè la seducenza del sublime è più forte del semplice piacere, così come la transbellezza sublime della morte è più nobile o eccelsa del semplice morire o perire o lasciarsi andare o attendere gli eventi della fine: così la morte o essere-per-la-morte è in generale una transidea molto più toccante o più nobile o più eccelsa o sublime del dolore; perché c'è la transfenomenica del sublime nel dolore e di più nella morte sublime, comunque lì si è in prossimità dell'essere per la morte e quindi in una situazione emotiva sublime, infinitamente e dinamicamente più squisita o disquisita della delicatezza piacevole, quali più dolorosi e più compassionevoli e quindi più autentici del tremore o dell'intermittenza del terrore. Quando il pericolo o il timore del dolore sono incapaci di offrire alcuna delizia, sono semplicemente terribili; a certe distanze, e con transequilibri, i transfenomeni sublimi possano essere, e lo sono, deliziosi e angosciosi se compresi nella transautenticità dell'essere in prossimità della morte sublime. Le compassioni che appartengano completamente alla transingolarità dell'esserci quali dolore o pericolo o paura ed angoscia insistono sempre in compresenza di piacevoli delicatezze o desideranze, perciò la perdita o l'assenza o la presenza assente suscitano transeventi più alti e più nobili nella mente, sempre e indelebilmente. Gli effetti violenti generati dall' amore sono sempre in prossimità della follia quale epigenesi del sublime: transdynamis nell'arkè o transevento del movimento transestatico nella physis animata. Quando si soffre con le immaginazioni si è assorbiti così completamente da sentirsi attratti in transvertigini da una abissalità infinita senza fondo o senza fine, come se si fosse chiusi fuori da ogni altra mondità o mondanità, in un vorticosa abissalità difficile se non impossibile da determinare o da delimitare con la sola mente: è l'essere-nel-sublyme oltre ogni confine o limite in transautentica angoscia delirante, senza scopo, come è evidente dalla transvarietà infinita di epigenesi della follia: ma quello nel contempo può provocare al massimo o in eccedenza o in eccelsa autenticità la compassione di effetti extraordinari, o emozioni extraordinarie che svelino connessioni con il dolore positivo o il piacere negativo, quali ossimori del sublime. La differenza ontologica si immagina quando si è colpiti fortemente con qualunque transentità misteriosa che minacci la distruzione esistenziale: non si può accettare, e così la transcendenza sublime non genera inizialmente alcun semplice godimento o alcun vero piacere, ma la finalità ed il transtelos e alla fine la nike, la vittoria eventuano la percezione sublime della angoscia transautentica, quale preludio di un piacere nel dispiacere, o meglio di una infinità dinamica qualitativa nella passione per l'indifferenza alla paura, al terrorre, alla follia: è l'apeiron nell'arkè, la sublyme disvelatezza dell'essere nella morte sublime inaudita ed indicibile, impensabile ed inimmaginabile. D'altra parte la nike quale compassione infinita è sempre grande transtelos, è l' essere animati dalla ricerca delle intraprese di libertà, la più grande degli incentivi e perciò quelli sorgenti dall'alterezza del piacere nobile, magnanimo o molto alto o cuspidale o vertiginoso o pro-fondo o abissale, senza fondo, senza alcuno tramstelos, al di là del pensabile: inaudito, insondabile, inedito, indecidibile, indicibile: si dà nell'ossimora contrastanza dell'eristica, da nessuno disegnato o progettato prima o gettato quale gettatezza dell'essere per la morte sublyme: essere l'apeiron ontodynamica qualitativa dell'archè quale situazione emotiva, in moto infinito, al di là del piacere o del dispiacere dell'anima o del corpo animato, nella transpurezza della transautenticità: assenza presente del piacere del dolore, o compassione del dolore piacevole o dispiacere considerevole del disdolore. La differenza dell' essere extraordinaria del sublyme, mai guidata dalla ragione nel tempo, o del tempo, o del contempo, o dalle occasioni ma sempre al di là del tempo, o dell'ordinario tempo e quindi sempre in transcendenza, in transestasi aldilà delle paure e dei timori e degli orrori e dei semplici piaceri ordinari ed ordinabili, o ortogognali, o ortodossi in maniera da appagare le transvertigini, le sommità e gli abissi, le transcuspidi iperboliche e transellittiche, paraboliche e metaboliche ab-scisse, a-syn-totiche, transeccelse, transeccedenti, sublimi. Se qualcun dolore fosse sorto dalla mancanza di qualche soddisfazione, o ragione, quale angoscia per il nulla o in niente, o il non-ente, che si dia in contrastanza la paura o la vertigine dinanzi al baratro o all'abisso sublime troverebbe nelle grandi difficoltà lo spettacolo dell'essere per la morte, dell'essere nella transautenticità dell'esserci nobile, in transalterità o in transalterezza quale essere-sublime-nel-mondo-abissale o in transdecostruzione o in autodynamica dissipazione o dissoluzione irreversibile o in instabile apokatastasi dell'apokalisse, senza fine e perciò nella più transautentica transkatarsi del klynamen sublime: non è improbabile che quella sensazione di mancanza sia molto fastidiosa, perché alla fine si pensa si sia perso il transenso e il senno per sempre, quasi non si possa più intravedere il sentiero del ritorno dall'abisso o dall'odissea del tragico, o che non ci sia alcuna transmusa Kalypso o transmito al termine, al limite, lì nella radura sublyme in attesa del naufragio ed in prossimità dell'abitare poeticamente l'evento, quale sublyme-bellezza dell'essere-eroe o dell'essere-nel-transmito o dell'essere-per-la-nike. L'epigenesi del sublime è l'infinità, o il transfinito o l'infinito dinamico qualitativo. L'infinità ha una tendenza a riempire la mente con quel genere di orrore delizioso che è l'effetto più autentico della disvelatezza del sublime: il gegenstand che possa divenire ob-getto dei transensi è nella natura infinito..........
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ontologia della physis, matesis, poiesis, katastrophè, ontopoiesis della spazio-temporalità immaginaria......