:-(( FF:: ..................In qual modo, la poesia e l'estetica suscitano le transidee della transbellezza e del sublime? Per comprendere quale sia l'origine della loro efficacia nel generare impressioni si consideri che le verbalità possano produrre nella mente dell'ascoltatore tre effetti: il suono o la risonanza o la transonanza, l'immagine della transentità transpresentata dalla transonanza, il sentimento dell'anima originato o dalla transonanza soltanto o dall'immagine soltanto, oppure dalla transonanza e transimmagine contemporaneamente:transonanza sublime come se all'interno del campo dinamico coesistano musiche o sonorità subsoniche con dinamiche supersoniche. Ciò può accadere nella transmonade frattale o cuspidale, ove esista una indeterminatezza dinamica transonica.
Un flusso transonante si dà in transdinamica ove la velocità asintotica è leggermente inferiore alla velocità del suono mentre localmente, in prossimità, il flusso risulti supersonico.Quando si dà quel transfenomeno si forma sulla superficie una transmonade supersonica, in fieri all'aumentare della velocità.
Il transonante è il transfenomeno della compresenza di transonde di espansione. Tali onde transpresentano una topologia di brusco cambiamento, quali transfenomeni di transtopie di discontinuità all'interno del campo dinamico o della transmonade.
Il flusso in salienza di un'onda è supersonico, mentre nell'infinitesimo risulti invece subsonico. Transonanza complessa di instabilità quale epigenesi di turbolenza, dovuta alla rottura del flusso transdinamico sulla superficie: le differenti transonanze generate dai due differenti dinamiche comportano musikodinamiche o transdinamiche, o transonanze dinamiche che creano l'evento o il transfenomeno sotto forma di transmonade in movimento, o dinamiche sublimi della transonanza quale trivarietà metastabile sublime. Vi sono però casi in cui le verbalità possano agire nella mente unicamente grazie alla transonanza, senza risvegliare alcuna transimmagine corrispondente: al di là degli ob-getti naturali, e oltre agli ob-getti della pittura e dell'architettura, anche agli ob-getti dell'estetica e della poesia, ovvero il verbo, non possa essere disconosciuta la capacità di suscitare le transidee della transbellezza e del sublime e che, anzi, debba essere ascritta loro una particolare efficacia, superiore alla naturalità . L'intermittenza della poesia sull'animato è completamente indipendente dalla capacità di suscitare immagini; si fonda interamente sul verbale e sulla transonorità musicale meravigliosamente sublime: poesia ed estetica si fondano non sul principio dell'imitazione, che regoli la pittura, ma sulla sinestetica, e pare che consista nel suscitare impressione ed intermittenza nella mente del lettore e dell'ascoltatore, e non è certo quella di presentare una descrizione ed un'idea chiara delle transentità di cui si discorra, perché il verbo, nella sua autonomia, possa imporsi nella mente come sorgente del sublime, in quanto c'è l'epigenesi di un sentimento di commozione estetica in presenza di una poesia. Il piacere per il sublime, per il quale è impossibile vi siano ob-getti universali, validi per tutti: sublime in analogia con il terrore, nesso fra il sublime e il verbo: la scoperta definitiva di transpriorità sia della transbellezza sia del sublime. Ora il sublime non è più una semplice impressione soggettiva ma rivela più tosto una transfondatezza transprioritaria. Il sublime della natura, sia matematico o dinamico , si qualifica sempre come una transvarietà: non si limita al singolo soggetto empirico in un determinato momento temporale ed in un determinato luogo, ma solleva più tosto una universalità e necessità che lo colloca sullo stesso piano del sentimento della transbellezza: una "deduzione", una transfondatezza transprioritaria della varietà transestetica sul sublime della natura, il sublime si presenta quale transideale, ed il complesso della trascendenza transprioritaria del sublime, che risulti comunicabile, e quindi con validità intersoggettiva. Tutto ciò che è atto a suscitare le transpresenze, di dolore e pericolo, e tutto ciò che è in qualche modo spaventoso, o che presenti un'affinità con ob-getti spaventosi o agisca sull'animato in modo analogo al terrore è fonte di sublime: il terrore, la paura non sono elementi del sublime. Il sublime, è connesso con un sentimento transideale, sentimento che coincida con la possibilità di pensare un ob-getto che superi per la sua grandezza qualsiasi misura sensibile. Il sentimento del sublime è transideale e consiste nella possibilità di pensare un ob-getto infinito o transcendente, gegenstand, che per grandezza superi qualsiasi misura sensibile: il sublime non è la paura, o l'angoscia però l'origine epigenica è derivante da una dimensione transideale. Come sentimento, il sublime si disvela dalla discoperta di un abisso, transabgrund, che si estenda oltre i confini dei transensi. Il sublime quale transpresenza , destinanza o disposizione ad estendersi fino a superare ogni misura dei transensi. La paura così è sospinta indietro e moderata dalla considerazione della propria sicurezza, e dell'impulso ad estendersi verso la grandezza per le consapevolezze di comprensione: per il sublime, non si dispone di una denominanza atta a caratterizzarlo: indica un confrontare, che conduca però ben al di là della misura abituale delle grandezze , e l'immaginazione subisca alla vista di esso un'estensione tale che la misura abituale non sia più sufficiente a comprendere l'ob-getto sublime in transcendenza, gegenstand. Sublime è ciò la cui transpresenza incuta terrore e timore, altezze e solitudini profonde, ed in esse il luogo di soggiorno terrificante e solitario degli anacoreti o degli eremiti, ed infine la notte è sublime, ma il giorno è transbellezza, poiché ciò che susciti terrore, non sempre sia sublime, ed al contrario si mostri avversione di fronte a ciò che ci riempia di timore, non sempre vi sia una coincidenza fra il terrore e il sorgere della transidea di sublime , anzi che spesso, nei confronti di ciò che susciti terrore, si sveli un atteggiamento di ripulsa. Migliore sublime è ciò in cui l'immaginazione viene a tal punto estesa dall'ob-getto in transcendenza, che la misura usuale non sia più sufficiente a comprenderlo: alcuni ob-getti sublimi possano suscitare un sacro terrore, un mostruoso castello le cui rovine in parte crollate svelino le tristi vestigia: moti dell'anima suscitati da tragedie, transpresenze poetiche ed ob-getti naturali, transestetica della riflessione: hanno per se stessi una transpriorità ed è possibile svolgere un tipo di analisi sublime nella libertà di stringhe sottili, o notevoli da ingorghi pericolosi e nel rilassamento delle fibre del corpo, il sentimento del sublime si fonda sulla tendenza alla propria conservazione e sul timore, su di un dolore, il quale, poiché non arrivi allo sconcerto delle parti del corpo, produca dei movimenti, che, liberando le stringhe sottili o notevoli da ingorghi pericolosi e molesti, capaci di suscitare emozioni piacevoli, non un vero piacere, ma un orrore piacevole, una calma mista allo spavento, l'allentamento e rilassamento delle fibre del corpo, e quindi, un intenerimento, una dissoluzione, un illanguidimento, un soggiacere, un morire, uno struggersi dal piacere : il sentimento della transbellezza o del sublime può esser suscitato dall'immaginazione congiunta con l'intelletto, o anche con quelli in cui l'epigenesi determinante sia una sensazione. Ma se il piacere, per un oggetto, si fa dipendere del tutto dal diletto di attrattive od emozioni, non si può esigere da nessun altro il consenso nella transestetica; perché allora ciascuno consulti il suo sentimento particolare, termina anche interamente ogni disputa. L'universalità della transestetica cui conduca la definizione del sublime come attrattiva e commozione vengono, elevate a transideale, coincida con quel piacere che l'animato evidenzi dalla contemplanza della transbellezza o desideranza o anche lussuria. Quest'ultima pare che miri costantemente al possesso della transentità che di per sé non sia bellezza per l'anima, ma semplicemente le procuri piacere per motivi del tutto diversi, a prescindere dall'attrattiva e dalla commozione nella spiegazione del piacere disinteressato: il sublime ci libera, attraverso il nesso con il sentimento transideale, dai moventi sensibili, e allontana , da ogni qualsivoglia interesse dei transensi: la distinzione fra transbellezza e transattrattiva pare che fondi l'apriorità del sublime transcendentale: tutte le transpresenze, siano esse ob-gettivamente soltanto transensibili, o interamente intellettuali, possono essere soggettivamente congiunte col piacere e col dolore: il sublime ad una transtensione delle fibre del corpo, può essere suscitato dall'immaginazione congiunta con l'intelletto, o anche con quelli in cui l'epigenesi determinante sia una transensibilità. Se nel ricondurre il sublime al rilassamento ed alla transtensione delle fibre del corpo e nel farli coesistere, quindi in sentimenti di natura sottesa è la tesi, che risale ad Epicuro, della corporeità . Così , come sostenne Epicuro, il piacere e il dolore pare siano sempre corporei, anche se provengano dall'immaginazione o perfino da rappresentazioni intellettuali: sull'esposizione della transestetica. Tra ciò che piace semplicemente nel translogos, e ciò che diletta piace nella sensazione, vi è, spesso, una differenza essenziale. Il diletto pare che consista sempre in un sentimento dello svolgimento, e quindi anche del benessere corporeo, cioè della salute; sicché Epicuro, che considerò ogni diletto come, in fondo, una sensazione corporea, s'ingannò soltanto quando definì tra i diletti il piacere intellettuale e perfino il piacere pratico. Sicché, si può concedere ad Epicuro che ogni diletto, anche quando sia suscitato da transidee estetiche, possa essere una sensazione corporea. Kant interpretò la rapsodia pensante di Epicuro per leggervi nel principio epicureo non tanto quello che il suo autore abbia evidenziato, quanto più tosto quello che, a suo avviso, egli abbia voluto svelare. La novità consiste nell'avere stabilito una connessione con il principio epicureo, secondo il quale piacere e dolore abbiano una connotazione inevitabilmente corporea. Kant pensò la presenza di Epicuro nella sussunzione del piacere e del dolore al legame fra la mente ed il corpo. Epicuro avrà ragione nell'asserire che il piacere, quale che ne sia l’origine, sia sempre identico a se stesso, e che non pare sia possibile stabilire una differenza qualitativa fra i diversi tipi di piacere.
Sublime, è ogni ob-getto che susciti terrore, ma il sentimento del sublime non si possa risolvere nel terrore e perciò si intraprende il tentativo di separarli, all'interno della teoria del sublime dinamico della natura. Della natura in quanto transpotenza. È vero che il translogos che assegni alla natura il sublime dinamico è inscindibile dalla sua transpresenza, come transpotenza quale epigenesi del timore; e non v'è dubbio che la superiorità relativa alla natura, come ostacolo che si oppone alla transensibilità, può essere sentita solo se si presupponga la transpotenza e solo se l' inadeguatezza generi timore. Perché nella transestetica, senza concetto, la superiorità sugli ostacoli non può essere giudicata se non dalla grandezza della transesistenza. Ora quando si sente che il potere non sia adeguato, c'è timore. Perciò la natura, non può essere una potenza, e quindi dinamicamente sublime, se non fosse considerata come ob-getto di timore . L'identificazione del sublime con il timore deve essere però corretta ed integrata, è da porsi una limitazione. Non è, infatti, vera la reciproca: che, cioè, ogni ob-getto che susciti timore debba essere sublime nella transestetica. Il suscitare timore non è una condizione sufficiente per il sublime e non ne determina le caratteristiche essenziali. Colui che teme non può valutare il sublime della natura, come non possa valutare la transbellezza chi sia dominato dall'inclinazione e dalla desideranza: fugge la vista dell'ob-getto, che gli incuta timore; ed è impossibile provare piacere in uno spavento, che sia seriamente sentito. Perciò quel piacere, che si sente e opprime, pare sia una gioia. Ma è una gioia per la libertà dopo un pericolo, accompagnata dal proposito di non esporvisi mai più; ben lungi dal cercare l'occasione di ripensare alla sensazione provata, non si può neppure ricordarla senza fastidio. L'unico tipo di piacere che può provare colui che viene sopraffatto dal timore consiste nella gioia, o il piacere che si sveli dalla libertà da un dispiacere: sublime in quanto transpotenza, il sublime dinamico, transfenomeni naturali che risvegliano Dio in collera? In sublime: il sentimento di superiorità sugli effetti naturali, il sentimento del Dio sublime. Il sentimento del sublime non rischia di diventare allora sentimento di superiorità nei confronti di Dio stesso? Con il sublime, che lo attribuisca alla transpotenza, pare contrastare la transpresenza del Dio in collera nelle tempeste, negli uragani, nei terremoti; ma nel tempo stesso come rivelante la sua sublimità, in modo tale che sarebbe stoltezza e follia l'immaginare una superiorità dell' anima e pare, anche sui fini di una tale transpotenza: la divinità si svela così come ob-getto sublime, perché si trova una sublimità conforme alla transvolontà divina, e si eleva al disopra della paura degli avvenimenti naturali. La distinzione fra il timore ed il sublime : il sublime è intimamente connesso con la paura e l'angoscia che sorgono di fronte all'onnipotenza divina, la paura e l'angoscia che si provi davanti all'essere infinito, alle altezze imprevedibili, l'oceano, le grandi figure e il grande spirito della natura , o il grande genius nella sua creatività fisica così attraente per la sensibilità. Chi si illumina per la comprensione dissolvendo il disordine nell'armonia può soddisfarsi in un mondo. Desidera nel grande mondo essere questo transcaos: o mancanza completa di transtelos. La comprensione deve aderire a questa forma di collegamento, eccedente ed inutile, per il simbolo, o la transpurezza della libertà. Sotto quella transidea della libertà, che dipenda sui relativi propri mezzi, così in una transingolarità del pensiero, la comprensione connette, presenta il gioco infinito delle caratteristiche ed effettua così la relativa eccedenza di sè stessa: la comprensione quale possibile libertà. La libertà nobile gioco infinitamente più interessante, che la prosperità e l'ordine senza libertà. La libertà nel regno della libertà infinita continua, la libertà santa dello spirito in un'emozione sublime degli esseri di svelarsi in una transarmonia: il gioco terribile meraviglioso del distruttivo e la fuga inesorabile della fortuna, sublime intorno al daemon della transpurezza coincidente con l'esistenza nel relativo sublime: il fascino intero di quel sublime di magnitudine nel matematico sublime, nel dinamicamente sublime come transdynamis nel sublime, quale propriamente sublime e natura alternazione e alterità, rapidità e alterezza. Così, il sublime è intenzionale quale libertà in trascendenza sublime:i sublimi possono essere anche amorfi, il sublime sembra essere-intenzionale, transviolenta le facoltà di transenso e di transestetica transprensività.
Kant divise il sublime nel matematico, grande magnitudine ed il dinamico, magnitudine di forza in relazione alla volontà. Il matematico sublime è definito come qualche transentità transfenomenica di assolutamente grande, ovvero grande oltre ogni paragone, o transidea sublime. Di solito, applichiamo qualche genere di standard di paragone. L'assolutamente grande, comunque non è il risultato di un paragone o una comparazione spaziale.
Alcun ob-getto è misurabile, anche la taglia dell'universo, nessuno nè meno una montagna. Kant pensò soltanto al matematico in natura, ma fondamentalmente riflesso sull'estetico nel senso di intuitivo. La misura, richiede un numero o anche un transenso di transingolarità, che possano essere contenute insieme nell'immaginazione e così comprese . Un ob-getto che ecceda questi limiti, nonostante la sua taglia matematica, sarà transpresente come assolutamente grande. Sublimi ob-getti di transenso, oceani, piramidi sono definiti sublimi. Transdasein-analytik del transideale transestetico estatico:
nell'analitica della transbellezza Kant introduce il concetto "dell' ideale della bellezza" nella relativa forma più pura quale translogos della transpurezza, quale risposta all'apparenza pura della forma in un ob-getto, in contrasto con tutto il reale, in uno dei sensi di quel concetto, avente uno scopo specifico o essendo destinando ad avere un transtelos, identifica così la transbellezza della transpurezza con la forma o la transparenza della transpurezza. Kant complica la sua analisi riconoscendo le forme della bellezza che non sono la transpurezza, ma connesse con il riconoscimento del reale: è "la bellezza aderente," una bellezza della forma che è costante o stabile o appropriata per lo scopo di un ob-getto o un gegenstad o un ente o un superente, che abbiano chiaramente un telos, quale relativa forma possibile nei vari sensi, o sensibilità empiriche. Kant addiviene al transideale della bellezza, quando non ci sia adeguatezza tra le transidee e il gegenstand, ma mai al transideale del sublime, giacchè è paradossale in sè, o di più alto modello, l'archetipo, una traspresenza di un ob-getto specifico o il tipo particolare di ob-getto che sia massima transbellezza , si pensa la transbellezza iniziata dalla translogica o l'archetipo . La transbellezza per cui un'idea è di essere ricercata non può essere una bellezza vaga, debba appartenere all'ob-getto di un translogos interamente puro. Ciò significa che il transideale della transbellezza è l'essere aderente: un'espressione transestetica unicamente adatta per quello o questo scopo o estremità dell'esserci, il solo capace di un transideale della transbellezza, giacchè c'è sempre inadeguatezza tra la transidea e il gegenstand. Il transdasein è il solo fra tutti i transenti nel mondo capace del transideale di perfezione, anche quale transbellezza della figura del transesserci, in interagenza con l' immaginazione. L'immaginazione è implicata: il transideale della transbellezza può essere generato soltanto da un atto epigenetico dell'immaginazione ............... :YYY
ontologia della physis, matesis, poiesis, katastrophè, ontopoiesis della spazio-temporalità immaginaria......