Canzoni presenti in questo topic:
100, Pennsylvania Ave
Il 3 dicembre del '39
Acque
A Emilia
Al trèst
Amerigo
Gli amici
Antenòr
Argentina
Asia
Auschwitz
Autogrill
L'avvelenata
La ballata degli annegati
Ballando con una sconosciuta
Il bello
Bisanzio
Black-out
Bologna
Il caduto
Canzone dei dodici mesi
Canzone della bambina portoghese
Canzone per un'amica
Canzone quasi d'amore
La collina
Il compleanno
Culodritto
Fantoni Cesira
Farewell
Lettera
Il matto
Poveri bimbi di Milano
Noi non ci saremo
Piccola città
Per fare un'uomo
Piccola storia ignobile
Quattro stracci
Radici
L'ubriaco
Il vecchio e il bambino
Vedi cara
100, Pennsylvania Ave
Re Re7+ Re7
Sol Sol7+ Sol7
La7 Re Re7+
Re7 Re7+
Re Re7+ Re
La strada dalla Pennsylvania Station
Si Sol7+ Sol7
sembrava attraversasse il continente
La7 Re7+
come se non tornasse più all'indietro
Fa#7 Sim
ma andasse sempre avanti ad occidente
La7 Re
fra tombe in ferro-vetro
Mi7 La7
pianura, pali e gente.
Re Re7+ Re7
E indietro invece e in fretta ci tornai
Sol Sol7+ Sol7
ma in certi miei momenti forse oziosi
La7 Re
mi chiedo dove sei e che cosa fai
Fa#7 Sim
e come passi i tuoi giorni noiosi
La7 Re
io che non ti risposi
Mi7 La7
in questa casa mia che sai e non sai.
Sol La7 Re
E immagino tu e lui, due americani
Fa#7 Sim
sicuri e sani, un poco alla John Wayne
La7 Re
portare avanti i miti kennedyani,
Fa#7 Sim Sim7
e far scuola agli indiani
Mi7 La7
amore e ecologia lassù nel Maine.
Re Re7+ Re
E là insegnare alla povera gente
Si Sol7+ Sol7
per poco niente, vita quasi pia
La7 Re7+
fingendo, o non sapendo proprio niente
Fa#7 Sim
di quello che può ancora far la CIA
La7 Re
santi dell'occidente
Mi7 La7
per gli USA, e così sia
Re Re7+ Re7
Mi ha detto chi t'ha vista là da poco
Sol Sol7+ Sol7
che sei rimasta quella che eri allora
La7 Re
un po' più vecchia ma quasi per gioco
Fa#7 Sim
e forse solo appena un po’ signora
La7 Re
vorrei vederti ora
Mi7 La7
perché il ricordo mi diventa fioco
Sol La7 Re
e provo a immaginare in un momento
Fa#7 Sim
per ridere di stare qui con te
La7 Re
ma sarebbe poi stato un cambiamento
Fa#7 Sim Sim7
ci penso ma non sento
Mi7 La7
che un altro ancora ai soliti perché
Re Re7+ Re
Però tu sai che è il gioco di un istante
Si Sol7+ Sol7
perché da allora già lo sentivano
La7 Re7+
che possibilità ce ne son tante
Fa#7 Sim
per quei due tipi che allora eravamo
La7 Re
io son quasi importante
Mi7 La7
tu cosa sei, e chi siamo?
Re Re7+ Re7
Ma forse almeno tu l'hai conservato
Sol Sol7+ Sol7
quell'ideale che avevamo in testa
La7 Re
probabilmente invece mi ha lasciato
Fa#7 Sim
ogni cosa alla lunga mi molesta
La7 Re
e cerco un'altra festa
Mi7 La7
e poi le feste in fondo mi han stancato.
Sol La7 Re
Poi erano ideali alla cogliona
Fa#7 Sim
fatti coi miti del '63
La7 Re
i due Giovanni e pace un po' alla buona
Fa#7 Sim Sim7
Ramblas di Barcellona
Mi7 La7
la prima crisi dura dentro me.
Re Re7+ Re
lo credo che sappiamo che è diverso
Si Sol7+ Sol7
se le cose son state poi più amare
La7 Re7+
le accetti tiri avanti e non hai perso
Fa#7 Sim
se sono differenti dal sognare
La7 Re
perché non è uno scherzo
Mi7 La7
sapere continuare.
Re Re7+ Re7
E scusami se sono qui a pensare
Sol Sol7+ Sol7
a te alle tue parole e ai tuoi sorrisi
La7 Re
come il "Matto" fra carte da giocare
Fa#7 Sim
può risolvere un attimo di crisi
La7 Re
anche se allora smisi
Mi7 La7
ora vado, e "via andare".
Sol La7 Re
Non voglio far felice proprio adesso
Fa#7 Sim
tua madre che odiò l'italiano istrione
La7 Re
quando disse a tuo padre che era un fesso
Fa#7 Sim Sim7
lui e il liberal-progresso
Mi7 La7
e urlò rivoluzione.
Re Re7+ Re7
Son cose spero che perdonerai
Sol Sol7+ Sol7
com'io ti ho perdonato ormai a quest'ora
La7 Re
come se fossi solo un piantaguai
Fa#7 Sim
il "but I love him" che gli urlasti allora
La7 Re
così ti canto ancora
Mi7 Sol Re Re7+ Re7
in questa casa mia che sai e non sai.
Il 3 dicembre del '39 http://www.chitarradaspiaggia.com/forum ... php?t=6032
Lam Rem Sol7 Do
Rem Lam Mi7 Lam
Lam Rem Sol7 Do
Il tre dicembre del trentanove
Rem Lam Si7 Mi7
a stare al mondo volli provar
Lam Rem Sol7 Do
mio padre uomo ligio al partito
Rem Lam Mi7 Lam
nome Benito mi volle dar
La Mi Re Mi
mia madre santa donna di Dio
La Mi Si7 Mi7
aggiunse un Pio per contentar
Lam Rem Sol7 Do
uno zio prete che per commosso
Rem Lam Lam
ringraziamento mi battezzò
Lam Rem Sol7 Do
Appena giunto su questa terra
Rem Lam Si7 Mi7
ci fu la guerra e il genitor
Lam Rem Sol7 Do
Che fu dei primi ad andar via
Rem Lam Mi7 Lam
dall'Albania mai più tornò
La Mi Re Mi
mia madre allora cercò lo zio
La Mi Si7 Mi7
per dirgli "Pio, che mangerà?"
Lam Rem Sol7 Do
egli rispose di aver pazienza;
Rem Lam Mi7 Lam
"La Provvidenza, vi aiuterà".
La provvidenza ci ha poi aiutati
con i soldati della Wermacht
poi dopo l'8, seguì gli eventi,
e fui parente dello zio Sam
mia madre donna di gran pietà
cercò in politica verginità
sulla sua porta ci scrisse "Mary",
scordai la lupa, mi chiamai Jack.
Quarantacinque finì la guerra
ma in questa terra pace non c'è
il parabellum fanno cantare
per festeggiare la libertà
mia madre allora che fiutò l'aria
fu proletaria e si sposò
un pezzo grosso del C.L.N.
e io divenni "Benski-Stalin".
I giorni passano i tempi cambiano
i fronti cadano la piazza calmasi
restaurazione televisione
boom economico seicento Fiat
mia madre donna di grande amore
sentì nel cuore l'error di un dì
fu clericale democristiana
e nella lana fede trovò
Ora ho una fabbrica solo un affanno
un miliardo all'anno appena mi dà
io son per la D.C. ma di sinistra
e socialista diventerò
Mia madre donna ormai d'età
morì in odore di santità
io chiesa nobili e terzo stato
sempre ho fregato solo per me.
Acque
Mim
L'acqua che passa
fra il fango di certi canali
Sol
tra ratti sapienti
e pneumatici e ruggine e vetri
Lam
chissà se è la stessa lucente
di sole o fanali
Mim Fa#
che guardo oleosa passare
Si4 7
rinchiusa in tre metri.
Si può stare ore a cercare
se c'è in qualche fosso
quell'acqua bevuta di sete
o che lava te stesso
o se c'è nel suo correre
un segno od un suo filo rosso
che leghi un qualcosa a qualcosa,
un pensiero a un riflesso.
Mi La
Ma l'acqua gira e passa
e non sa dirmi niente
Mi Si
di gente, me, o di quest'aria bassa;
La
ottusa e indifferente
Mi
cammina e corre via
Si
lascia una scia
La Mi
e non gliene frega niente.
E cade su me
che la prendo e la sento filtrare,
leggera infeltrisce i vestiti
e intristisce i giardini,
portandomi odore d'ozono,
giocando a danzare,
proietta ricordi sfiniti di vecchi bambini;
colpendo implacabile il tetto
di lunghi vagoni,
creando annoiato interesse
negli occhi di un gatto,
coprendo col proprio scrosciare
lo spacco dei tuoni
che restano appesi un momento
nel cielo distratto.
E l'acqua passa e gira
e colora e poi stinge,
cos'è che mi respinge e m'attira;
acqua come sudore,
acqua fetida e chiara,
amara senza gusto né colore.
Ma l'acqua gira e passa
e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente
cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.
E mormora e urla,
sussurra, ti parla e ti schianta,
evapora in nuvole cupe
rigonfie di nero
e cade e rimbalza e si muta
in persona od in pianta
diventa di terra, di vento,
di sangue e pensiero.
Ma a volte vorresti mangiarla
o sentirtici dentro,
un sasso che l'apre, che affonda
e sparisce e non sente,
vorresti scavarla, afferrarla,
lo senti che è il centro
di questo ingranaggio continuo,
confuso e vivente.
Acque del mondo intorno
di pozzanghere e pianto,
di me che canto al limite del giorno,
fra il buio e la paura
del tempo e del destino
freddo assassino della notte scura
Ma l'acqua gira e passa
e non sa dirmi niente
di gente, me, o di quest'aria bassa;
ottusa e indifferente
cammina e corre via
lascia una scia e non gliene frega niente.
A Emilia
La / 5+ / 6 / 7 / Re / Mim7 / La
La 5+
Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso,
La6 La7
una diga confusa, fanno tabula rasa
Re Mim7
di noi che qui sotto, lontano, più in basso,
Sol#m Do#
abbiamo la casa;
Fa#m 5+
la casa ed i piedi in questa spianata
Si
di sole che strozza la gola alle rane,
La Re
di nebbia compatta, scabrosa, stirata
Sol 5m
che sembra di pane,
Sol Re Mim7
ed una strada antica come l'uomo
Fa#m Si
marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo
La Sim7 Do#m7
e fiumi, falsi avventurieri
Re Mi
che trasformano i padani
Re Mi
in marinai non veri.
La / 5+ / 6 / 7 / Re / Mim7 / La
La5+
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati,
La6 La7
lagune e piroghe delle terramare,
Re Mim7
guerrieri del Nord dai capelli gessati,
La Fa#m
ne hai visti passare!
Fa#m
Emilia allungata fra l'olmo e il vigneto,
Si
voltata a cercare quel mare mancante
Re
e il monte Appennino rivela il segreto
La
e diventa un gigante.
Re Mim7
Lungo la strada tra una piazza e un duomo
Fa#m Si
hai messo al mondo questa specie d'uomo:
Si m Do# m
vero, aperto, finto, strano,
Re Do#m
chiuso, anarchico,
Sim Mi Fa#
verdiano... brutta razza, l'emiliano!
Si 7+
Emilia sognante fra l'oggi e il domani,
Mi Si
di cibo e motori, di lusso e balere;
7+ Mi
Emilia di facce, di grida, di mani,
Si
sarà un grande piacere
Sol #m
vedere in futuro, da un mondo lontano
Do#
quaggiù sulla terra una macchia di verde
Mi
e sentire il mio cuore che batte più piano
La
e là dentro si perde...
Mi La
Passeggia un cane e abbaia al vento un uomo…
Mi / La / Sol#m / Do# / Sol#m / Do#
Lab Mib Reb Lab
Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi,
Reb Lab Mib
si va a vivere o a dormire da Las Vegas a
Piacenza,
Si 7+ Mi Si
fari per chilometri ti accecano testardi
Mi Si Fa#
ma io sento che hai pazienza, dovrai ancora
sopportarci.
Re La Sol Re Sol Re Mim7 La …
L'albero ed io ♫
Rem La4 La7 Rem
Rem La7
Quando il mio ultimo giorno verrà
Rem Do7 Fa
dopo il mio ultimo sguardo sul mondo,
Solm6 Rem Solm6 Rem
non voglio pietra su questo mio corpo,
La5+ La7
perché pesante mi sembrerà.
Cercate un albero giovane e forte,
quello sarà il posto mio;
voglio tornare anche dopo la morte
Solm La7/5+ Rem
sotto quel cielo che chiaman di Dio.
Rem La4 La7 Rem
Ed in inverno nel lungo riposo,
ancora vivo, alla pianta vicino,
come dormendo, starò fiducioso
nel mio risveglio in un qualche mattino.
E a primavera, fra mille richiami,
ancora vivi saremo di nuovo
e innalzerò le mie dita dirami
verso quel cielo così misterioso.
Ed in estate, se il vento raccoglie
l'invito fatto da ogni gemma fiorita,
sventoleremo bandiere di foglie
e canteremo canzoni di vita.
E così, assieme, vivremo in eterno
qua sulla terra, l'albero e io
sempre svettanti, in estate e in inverno
contro quel cielo che dicon di Dio.
Al trést
Sib Fa
Sib
A m sun desdèe stamatèina
Mib7 Sib Sib7
l'è premavéra ma a l pióv
Mib7
A m sun desdèe stamatèina
Sib
l'é premavéira ma a I pióv
Fa
A n pos purtèret fòra anch sl'lè dmanga
Mib7 Sib
perché a n gh'ò ménga al vsti nòv
Mib7 Sib Fa
perché a n gh'ò ménga al vsti nòv
Sib
A gh'era tòo pèder sò l'òss
Mib7 Sib
a I m'à dmandèe quand a tée spòs
Mib7
A gh'era tòo pèder sò l'òss
Sib
a I m'à dmandèe quand a tée spòs
Fa
Mè, ch'a fagh fadiga a magnèr per mè
Mib7 Sib
pèinsa mò bèin s'a s'foss in dò
Mib7 Sib Fa
pèinsa mò bèin s'a s'foss in dò
E quand l'è gnuda tòo mèdra
A gh'ò dmandèe in dòv t'ér tè
e quand l'è gnuda tòo mèdra
a gh'ò dmandèe in dòv t'ér tè
la m'à rispòst ch't'ér andèda via
con un ch'a I gh'à piò sòld che mè
E mè a sun chè
in mez a la strèda
sèinza savéir
csa pèsia fèr
l'è bròtt dabèun
stèr a la dmanga
a bsaca vèda
e séiinza tè
e intant a m piòv sèvra a la testa
e a sun tèt mèi cèmm un pulsèin
A sun da sòl d'lòngh a la strèda
e a zigh dabòun còmm un putèin
A sun da sòl d'lòngh a la strèda
e a zigh dabòun còmm un putèin
l'è premavéira ind al lunari
ma a pèr ch'l'invéren sia turnée
Amerigo
Si7
Probabilmente uscì
La Mi
chiudendo dietro a se la porta verde,
Si7
Qualcuno si era alzato
La Mi Si7
a preparargli in fretta un caffè d’orzo
La
Non so se si girò,
Si7 Mi Do#m
non era il tipo d'uomo che si perde
La
In nostalgie da ricchi,
Si7 Mi Si7
e andò per la sua strada senza sforzo
Quand'io l'ho conosciuto,
o inizio a ricordarlo, era già vecchio
O così a me sembrava,
ma allora non andavo ancora a scuola
Colpiva il cranio raso
e un misterioso e strano suo apparecchio
Un cinto d'ernia che
sembrava una fondina per la pistola
La
Ma quel mattino aveva
Si7 Mi Do#m
il viso dei vent'anni senza rughe
La
E rabbia ed avventura
Si7 Mi Sol#7
e ancora vaghe idee di socialismo
La
Parole dure al padre
Si7 Mi Do#m
e dietro tradizione di fame e fughe
La
E per il suo lavoro,
Si7 Mi
quello che schianta e uccide: “il fatalismo”
Ma quel mattino aveva
quel sentimento nuovo per casa e madre
E per scacciarlo aveva
in corpo il primo vino d'una cantina
E già sentiva in faccia
l'odore d'olio e mare che fa Le Havre
E già sentiva in bocca
l'odore della polvere della mina
L'America era allora,
per me e i GI di Roosvelt, la quinta armata
L'America era Atlantide,
l'America era il cuore, era il destino
L'America era Life,
sorrisi e denti bianchi su patinata
L'America era il mondo
sognante e misterioso di paperino
L'America era allora
per me provincia dolce, mondo di pace
Perduto un paradiso,
malinconia sottile, nevrosi lenta
E Gunga-Din e Ringo,
gli eroi di Casablanca e di Fort Apache
Un sogno lungo il suono
continuo ed ossessivo che fa il Limentra
Non so come la vide
quando la nave offrì New York vicino
Dei grattacieli il bosco,
città di feci e strade, urla, castello!
E Pavana un ricordo
lasciata tra i castagni dell'Appennino
L'inglese un suono strano
che lo feriva al cuore come un coltello
E fu lavoro e sangue,
e fu fatica eguale mattino e sera
Per anni la prigione,
di birra e di puttane, di giorni duri,
Di negri ed irlandesi,
polacchi ed italiani, nella miniera
Sudore d'antracite,
in Pennsylvania, Arkansas, Texas, Missouri
Tornò come fan molti,
due soldi e giovinezza ormai finita
L'America era un angolo,
l'America era un'ombra, nebbia sottile
L'America era un'ernia,
un gioco di quei tanti che fa la vita
E dire boss per capo,
e ton per tonnellata, “raif” per fucile.
Quand'io l'ho conosciuto,
o inizio a ricordarlo, era già vecchio
Sprezzante con i giovani,
gli scivolavo accanto senza afferrarlo
E non capivo che
quell'uomo era il mio volto, era il mio specchio
Finché non verrà il tempo
in faccia a tutto il mondo per rincontrarlo (3 volte)
Gli amici
Do
I miei amici veri
Mim
(purtroppo o per fortuna)
Fa La7
non sono vagabondi o abbaialuna;
Rem Fam
per fortuna o purtroppo
Do Lam
ci tengono alla faccia:
Re7 Sol7
quasi nessuno batte o fa il magnaccia
Non son razza padrona,
non sono gente arcigna,
siamo volgari come la gramigna;
non so se è pregio o colpa
esser fatti così:
c'è gente che è di casa in serie B.
Mi7
Contandoli uno a uno
Lam
non son certo parecchi,
Sol7 Do
son come i denti in bocca a certi vecchi;
Mi7
ma proprio perché pochi
Lam
son buoni fino in fondo
Re7 Sol7 5+
e sempre pronti a masticare il mondo.
Non siam razza d'artista,
né maschere da gogna,
e chi fa il giornalista si vergogna;
non che il fatto c'importi:
chi non ha in qualche posto
un peccato o un cadavere nascosto?
Non cerchiamo la gloria,
ma la nostra ambizione
è invecchiar bene, anzi, direi: benone!
Per quello che ci basta
non c'è da andar lontano
e abbiamo fisso in testa un nostro piano:
se e quando moriremo
(ma la cosa è insicura)
avremo un paradiso su misura,
in tutto somigliante
al solito locale,
ma il bere non si paga e non fa male.
E ci andremo di forza,
senza pagare il fio
di coniugare troppo spesso in Dio:
non voglio mescolarmi
in guai o problemi altrui,
ma a questo mondo ci ha schiaffato Lui.
E quindi ci sopporti,
ci lasci ai nostri giochi
(cosa che a questo mondo han fatto in pochi)
Voglio veder chi sceglie
con tanti pretendenti
Rem7 Sol7 Mim7 La7
fra santi tristi e noi più divertenti;
Rem Fam
veder chi è assunto in cielo
Do Lam
pur con mille ragioni,
Rem Sol7 Do
fra noi e la massa dei rompicoglioni.
Antenór
Sol Re La7 Re Re7
Sol Re La7 Re Mi7 La7 Re
Re
Si chiamava Antenór e niente
La7
si chiamava Antenór e basta
Re Re7
perché per certa gente
Sol Sol9
non importa grado o casta
Re
importa come vivi
Mim7 La7
ma forse neanche quello
Sol7
importa se sai usare bene
Re La7
il laccio od il coltello.
Re
Antenór uscì di casa
La7
uscì di casa quella sera
Re Re7
garrivano i suoi pensieri
Sol Sol9
come fossero bandiera
Re
ma gli occhi erano fessura
Mim7 La7
e il viso tirato a brutto
Sol7
come all'età in cui credi
Mim7 La7 Re
d'aver fatto quasi tutto.
Sol
Un cavallo nitrì, ma quando?
La7
una donna rise, ma dove?
Re La7 Re
la luna uno scudo bianco,
Re La7 Re
un carro le stanghe in alto
Mi7 La7
chitarra ozio parole,
Mi7 La7
chitarra ozio parole,
Sol
la pampa un ricordo stanco,
La7
un mare quell'erba nera
Re La7 Sol Re
può darsi fosse romantico,
La7 Sol Re
ma lui non lo sapeva.
Mi7 La7
ma lui non lo sapeva.
Mi7 La7
ma lui non lo sapeva.
Re
Quella donna rideva ad ore,
La7
quella luna solo uno sputo
Re
e per quel cavallo
Re7 Sol
non avrebbe speso anche un
Sol9
minuto
Re
è difficile far rumore
La7
sulle cose che c'hai ogni
giorno
Sol7
le tue braghe, il tuo sudore,
Mi7 La7 Re
e l'odore che porti attorno.
La cantina era quasi vuota
scarsa d'uomini e d'allegria
se straniero l'avresti detta
quasi piena di nostalgia
nostalgia ma di che cosa,
d'un oceano mai guardato
d'una europa mai sentita,
d'un linguaggio mai parlato?
Antenór chiese da bere,
e scambiò qualche saluto
calmo e serio danzò tutto
il rituale ormai saputo
uomo e uguale coi suoi pari
quasi pari con gli anziani
come breve quella sera,
come lunghi i suoi domani.
Proprio allora qualcuno entrando
nella luce da dentro al buio
lo insultò quasi sussurrando,
ma sembrava che stesse urlando
come per uno schiaffo,
come per uno sputo
Antenór lo guardò sorpreso,
lo studiò e non lo conosceva
e il motivo restò sospeso,
fra la gente ferma in attesa
e lui non lo sapeva,
e lui non lo sapeva.
Poi sentì di una donna il nome,
già scordato o non conosciuto
quante volte per altri è vita
quello che per noi è un minuto;
guardò gli uomini per cercare
occhi, dialogo, spiegazione
ma se non trovò condanne
non trovò un'assoluzione.
Antenór uscì di fuori
bilanciando il suo coltello
per danzare malvolentieri
passi e ritmi del duello
una donna non ricordata
ed un uomo mai visto prima
lo legavano tra loro
come versi con rima.
Fintò basso e scartò dilato
quanti sguardi sentì sul viso
si sentì migliore e stanco
si sentì come un sorriso
che serata tutta al contrario
proprio niente da ricordare
puntò il ferro contro il viso
vide il sangue zampillare.
Tutto quanto era stato un lampo
Antenór respirava forte
fece il gesto di offrir la mano
guardò l'altro e capì pian piano
che tutto era stato invano
che l'altro cercava morte
e capì che doveva farlo,
farlo in fretta perché non c'era
un motivo per ammazzarlo
l'altro cadde e non rispondeva
e lui non lo sapeva,
e lui non lo sapeva.
Antenór lo guardò cadere
sentì dire la colpa è mia
sentì dire è stato un uomo
sentì dire fuggi via
la giustizia disse bandito
ma un poeta gli avrebbe detto
che era come l'Ebreo errante,
come il Batavo maledetto.
Quante volte ci è capitato
di trovarci di fronte a un muro
quante volte abbiam picchiato
quante volte subito duro
quante cose nate per sbaglio
quanti sbagli nati per caso
quante volte l'orizzonte
non va oltre il nostro naso.
Quante volte ci sembra piana
mentre sotto gioca d'azzardo
questa vita che ci birilla
come bocce da biliardo
questa cosa che non sappiamo
questo conto senza gli osti
questo gioco da giocare
fino in fondo a tutti i costi.
Argentina
La Sol Re La Sol Fa#m7 La7
Re
Un treno, ah, un treno è sempre così banale
Mim
se non è un treno della prateria
La
o non è un tuo "Orient Express" speciale,
Re La4 La7
locomotiva di fantasia.
Re
L'aereo, ah, l'aereo è invece alluminio
lucente,
Mim
l'aereo è davvero saltare il fosso,
La
l'aereo è sempre "The Spirit of Saint Louis”
Fa# Sim
"Barone Rosso";
Sol
e allora ti prende quella voglia di volare
Re
che ti fa gridare in un giorno sfinito,
Mi7
di quando vedi un jumbo decollare
La4 La
e sembra che s'innalzi all’infinito.
Sol La Re
E allora, perché non andare in Argentina?
La Sol Re
Mollare tutto e andare in Argentina,
La Sol Re La4 La
per vedere com'è fatta l'Argentina.
Il tassista, ah, il tassista non perse un istante
a dirci che era pure lui italiano,
gaucho di Sondrio o Varese, ghigna da emigrante,
impantanato laggiù lontano.
Poi quelle strade di auto scarburate
e quella gente anni '50 già veduta,
tuffato in una vita ritrovata,
vera e vissuta,
come entrare a caso in un portone
di fresco, scale e odori abituali,
posar la giacca, fare colazione
e ritrovarsi in giorni e volti uguali,
perché; io ci ho già vissuto in Argentina,
chissà come mi chiamavo in Argentina
Re La7
e che vita facevo in Argentina?
Sol Fa#m Mim Sol7+ Fa#m Mim7
Sol Fa#m Mim Sol7+ Fa#m Mim7
La4 La
Sol
Poi un giorno, disegnando un labirinto
Fa#m
di passi tuoi per quei selciati alieni
Do
ti accorgi con la forza dell'istinto
Re4 Re7
che non son tuoi e tu non gli appartieni,
Si7
e tutto è invece la dimostrazione
Mim
Di quel poco che a vivere ci è dato
La7
e l'Argentina è solo l'espressione
Re Re7
di un'equazione senza risultato,
Sol
come i posti in cui non si vivrà,
Fa#m
come la gente che non incontreremo,
Do
tutta la gente che non ci amerà,
Re4 Re7 Sol
quello che non facciamo e non faremo.
Si7
Anche se prendi sempre delle cose,
Mim
anche se qualche cosa lasci in giro,
Mi7
non sai se è come un seme che dà fiore
La4
o polvere che vola ad un respiro.
Re
L'Argentina, l'Argentina, che tensione!
Re7 Mim
Quella Croce del Sud nel cielo terso,
La
la capovolta ambiguità d'Orione
Re La4 La7
e l'orizzonte sembra perverso.
Ma quando ti entra quella nostalgia
che prende a volte per il non provato
c'è la notte, oh, la notte, e tutto è via,
allontanato.
E quella che ti aspetta è un'alba uguale
che ti si offre come una visione,
la stessa del tuo cielo boreale,
l'alba dolce che dà consolazione.
E allora, com'è tutto uguale in Argentina!
Oppure, chissà com'è fatta l'Argentina,
La Sol
e allora... "Don't cry for me, Argentina”.
Fa#m La7 Re
Asia
Mim
Fra i fiori tropicali,
Re
fra grida di dolcezza,
Do Si7 Mim
la lenta, lieve brezza scivolava.
E piano poi portava,
Re
fischiando fra la rete,
Do Si7 Mim
l'odore delle sete e della spezia.
Sol Mim Re
Leone di Venezia, Leone di San Marco,
La Mim
l'arma cristiana è al varco dell’Oriente:
Sol Mim
ai porti di ponente
Re
il mare ti ha portato
La Mi Mim
i carichi di avorio e di broccato.
Mim
Le vesti dei mercanti
Re
trasudano di ori,
Do Si7 Mim
tesori immani portano le stive;
si affacciano alle rive
Re
le colorate vele,
Do Si7 Mim
fragranti di garofano e di pepe.
Sol Mim Re
Trasudano le schiene schiantate dal lavoro,
La Mim
son per la terra mirra, l'oro e l'incenso.
Sol Mim
Sembra che sia nel vento
Re
su fra la palma somma
La Mi Mim
il grido del sudore e della gomma.
Mim
E l’Asia par che dorma,
Re
ma sta sospesa in aria
Do Si7 Mim
l'immensa, millenaria sua cultura:
i bianchi e la natura
Re
non possono schiacciare
Do Si7 Mim
i Buddha, i Chela, gli uomini ed il mare.
Sol Mim Re
Leone di San Marco, leone del profeta,
La Mim
ad est di Creta corre il tuo vangelo;
Sol Mim
si staglia contro il cielo
Re
il tuo simbolo strano:
La Mi Mim
la spada e non il libro hai nella mano.
Terra di meraviglie,
Re
terra di grazie e mali,
Do Si7 Mim
di mitici animali da bestiario;
s'arriva dai santuari,
Re
fin sopra all'alta plancia,
Do Si7 Mim
il fumo della gangia e dell'incenso.
Sol Mim Re
E quel profumo intenso è rotta di gabbiani,
La Mim
segno di vani simboli divini.
Sol Mim Re
E gli uccelli marini additano col volo
La Mim
la strada del Catai per Marco Polo.
L’atomica cinese ♫
Fa
Si è levata dai deserti
in Mongolia occidentale
Mib
una nuvola di morte,
Fa
una nuvola spettrale che va
Mib Fa
che va, che va
Fa
Sopra i campi della Cina,
sopra il tempio e la risaia
Mib
oltrepassa il Fiume Giallo,
Fa
oltrepassa la muraglia e va
Mib Fa
e va, e va
Fa Dom Fa
Sopra il bufalo che rumina,
Dom Fa
su una civiltà di secoli
Dom Fa
sopra le bandiere rosse,
Dom Fa
sui ritratti dei profeti,
Dom Fa
sui ritratti dei signori
Lab
sopra le tombe impassibili
Do7 Fa
degli antichi imperatori
Sta coprendo un continente,
sta correndo verso il mare
copre il cielo fino al punto
dove il cielo può arrivare e va
e va, e va
Sopra il volo delle anatre
che precipitano in acqua
sopra i pesci che galleggiano
e ricoprono la spiaggia e va
e va, e va
Alzan gli occhi i pescatori
verso il cielo così livido
le onde sembra che si fermino,
non si sente che il silenzio
e le reti sono piene di cadaveri d'argento
Fa
Poi le nuvole si rompono
e la pioggia lenta cade
Mib
sopra i tetti delle case,
sulle pietre delle strade
Fa
sopra gli alberi che muoiono,
sopra i campi che si seccano
Mib
sopra i cuccioli degli uomini,
sulle mandrie che la bevono
Fa
Sulle spiagge abbandonate
una pioggia che è veleno
Mib
e che uccide lentamente,
Fa
pioggia senza arcobaleno che va
Mib Fa Mib Fa
che va, che va, che va, che va
Auschwitz
Re 4 Re Sim
Son morto ch'ero bambino
Sol Re
son morto con altri cento
Do7+ Re
passato per un camino
La4 La Re
e ora sono nel vento (2 volte)
Do La
Re 4 Re Sim
Ad Auschwitz c'era la neve
Sol Re
il fumo saliva lento
Do7+ Re
nei campi tante persone
La4 La Re
che ora sono nel vento (2 volte)
Do La
Re 4 Re Sim
Nei campi tante persone
Sol Re
ma un solo grande silenzio
Do7+ Re
che strano non ho imparato
La4 La Re
a sorridere qui nel vento (2 volte)
Do La
Re 4 Re Sim
Io chiedo come può un uomo
Sol Re
uccidere un suo fratello
Do7+ Re
eppure siamo a milioni
La4 La Re
in polvere qui nel vento (2 volte)
Do La
Re 4 Re Sim
Ancora tuona il cannone
Sol Re
ancora non è contenta
Do7+ Re
di sangue la bestia umana
La4 La Re
e ancora ci porta il vento (2 volte)
Do La
Re 4 Re Sim
Io chiedo quando sarà
Sol Re
che un uomo potrà imparare
Do7+ Re
a vivere senza ammazzare
La4 La Re
e il vento si poserà. (3 volte)
Autogrill
Do
La ragazza dietro al banco mescolava
Sol
birra chiara e Seven-up,
Fa
e il sorriso da fossette e denti
Lam
era da pubblicità,
Fa
come i visi alle pareti
Do Sol
di quel piccolo autogrill,
Fa
mentre i sogni miei segreti
Lam
li rombavano via i TIR.
Do
Bella, d'una sua bellezza acerba,
Sol
bionda senza averne l'aria,
Fa
quasi triste, come i fiori e l'erba
Lam
di scarpata ferroviaria
Fa
il silenzio era scalfito
Do Sol
solo dalle mie chimere,
Fa
che tracciavo con un dito
Do Sol Lam
dentro ai cerchi del bicchiere.
Fa
Basso il sole all'orizzonte
Do
colorava la vetrina
Sol
e stampava lampi e impronte
Fa Lam
sulla pompa da benzina
Fa
lei specchiò alla soda-fountain
Do
quel suo viso da bambina
Fa7+
ed io
Do
sentivo un'infelicità vicina.
Do
Vergognandomi, ma solo un poco appena,
Sol
misi un disco nel juke-box
Fa
per sentirmi quasi in una scena
Lam
di un film vecchio della Fox,
Fa
ma per non gettarle in faccia
Do Sol
qualche inutile cliché
Fa
picchiettavo un indù in latta
Lam
di una scatola di the.
Do
Ma nel gioco avrei dovuto dirle: "Senti,
Sol
senti io ti vorrei parlare...",
Fa
poi prendendo la sua mano sopra al banco:
Lam
"Non so come cominciare,
Fa
non la vedi, non la tocchi
Do Sol
oggi la malinconia,
Fa
non lasciamo che trabocchi:
Do Sol Lam
vieni, andiamo, andiamo via."
Fa
Terminò in un cigolio
Do
il mio disco d'atmosfera,
Sol
si sentì uno sgocciolio
Fa Lam
in quell'aria al neon e pesa,
Fa
sovrastò l'acciottolio
Do
quella mia frase sospesa,
Fa7+
ed io...
Do
ma poi arrivò una coppia di sorpresa.
Do
E in un attimo, ma come accade spesso,
Sol
cambiò il volto d'ogni cosa,
Fa
cancellarono di colpo ogni riflesso
Lam
le tendine in nylon rosa,
Fa
mi chiamò la strada bianca,
Do Sol
"Quant'è?" chiesi, e la pagai,
Fa
le lasciai un nickel di mancia,
Lam Do Fa Sol
presi il resto e me ne andai.
L'avvelenata
Mi Si Do#m
Ma s’io avessi previsto tutto questo
Sol#7 Do#m
(dati causa e pretesto),
Si7 Mi Si7
le attuali conclusioni
Mi Si Do#m
credete che per questo quattro soldi,
Sol#7 Do#m
questa gloria da ...,
Si7 Sol#7
avrei scritto canzoni;
La Mi
va beh lo ammetto che mi son sbagliato
La Mi Si7
e accetto il "crucifige" e così sia;
Mi Si Do#m
chiedo tempo, son della razza mia,
Sol#7 Do#m
per quanto grande sia
Si7 Mi Si7
il primo che ha studiato.
Mio padre in fondo aveva anche ragione
a dir che la pensione
è davvero importante.
Mia madre non aveva poi sbagliato
a dir che un laureato
conta più di un cantante.
Giovane ingenuo io ho perso la testa
sian stati i libri o il mio provincialismo
e un ... in ... e accuse di arrivismo
dubbi di qualunquismo
son quello che mi resta.
Voi critici, voi personaggi austeri
militanti severi
chiedo scusa a vossia
però non ho mai detto che a canzoni
si fan rivoluzioni,
si possa far poesia.
Io canto quando posso, come posso
quando ne ho voglia senza applausi o fischi
vendere o no non passa fra i miei rischi
non comprate i miei dischi
e sputatemi addosso.
Secondo voi ma a me cosa mi frega
di assumermi la bega
di star quassù a cantare.
Godo molto di più nell'ubriacarmi
oppure a masturbarmi o, al limite,
a ....
Se son d'umore nero allora scrivo
frugando dentro alle nostre miserie.
Di solito ho da far cose più serie
costruir su macerie
o mantenermi vivo.
Io tutti, io niente, io ..., io ubriacone
io poeta, io buffone,
io anarchico, io fascista
io ricco, io senza soldi, io radicale,
io diverso ed io uguale
negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perché canto so imbarcare
Io falso, io vero, io genio, io cretino
io solo qui alle quattro del mattino
l'angoscia e un po' di vino,
voglia di bestemmiare.
Secondo voi ma chi me lo fa fare
di star ad ascoltare
chiunque ha un tiramento.
Ovvio il medico dice : "sei depresso",
neppure dentro al cesso
possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco
sapere usare o no di un certo metro.
Compagni il gioco si fa teso e tetro
comprate il mio didietro,
io lo vendo per poco.
Colleghi cantautori, eletta schiera
che si vende alla sera
per un po' di milioni.
Voi che siete capaci fate bene
aver le tasche piene
e non solo i ....
Che cosa posso dirvi? Andate e fate.
Tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete,
un Bertoncelli e un prete
a sparar ...
Ma se io avessi previsto tutto questo
dati causa e pretesto,
forse farei lo stesso.
Mi piace far canzoni e bere vino
mi piace far casino
e poi sono nato fesso.
E quindi tiro avanti e non mi svesto
dei panni che son solito portare
ho tante cose ancora da raccontare,
per chi vuole ascoltare,
e a ... tutto il resto!
La ballata degli annegati
Rem La7 Rem
Il fiume racconta leggende
Fa Do7 Fa
mentre veloce va al mare
Solm7 Do7 Fa
le narrano piano le onde
Rem La7 Rem La7
e i pioppi le stanno a ascolta--re.
Rem La7 Rem
Non tutti le posson sentire
Fa Do7 Fa
bisogna esser stanchi del mondo
Solm7 Do7 Fa
gettarsi nell'acqua e morire
Rem La7 Re+
dormire per sempre sul fondo.
Re+
Ascolta !
Sol Re
Le sue parole d'amore
Sol Re
nell'acqua ora sono sincere
La7 Re
da quando tu dormi qua sotto hai sognato
La7 Rem La7
che mai, mai lui ti ha lasciato.
Rem La7 Rem
Bisogna venirci di sera
Fa Do7 Fa
con l'animo oppresso dal pianto
Solm7 Do7 Fa
per sentire la nenia leggera
Rem La7 Rem La7
di un triste e di un lugubre can-to.
Chi sei?
Il mio nome era Gianni
nuotavo a vent'anni appena
ma qui avrò sempre vent'anni.
E tu?
Mi prese una piena su a monte
non fui mai trovato.
E tu?
Da solo una sera
per me era peso il passato
e l'acqua sembrava leggera.
Riposa dimentica quello che è stato
il tempo laggiù s'è fermato
ormai tu non puoi che dormire e ascoltare
le storie del fiume che va verso il mare.
Il fiume racconta leggende
mentre veloce va al mare
le ascoltano gli annegati
e al vento le fanno cantare.
Ballando con una sconosciuta
Sol 7+ 6 Sol Do/Sol Sol Fa9/7+ /Sol
Sol Do
Con gesti da gatto
La Re9 Re Re9
infilava sui tetti le antenne,
Re Sim Sim9 Sim
in alto d'estate
Sim La9 La
sui grattacieli della periferia
Do
come un angelo libero,
La Re
in bilico sulla città.
Sim
"Non c'è solo il vento, - diceva –
La
anche la luce può portarti via,
Sol
se hai tempo da perdere
Re
e dentro la giusta elettricità,
Fa#m Mim La11
e se da sempre ti aspetti un miracolo."
Captare è un mestiere difficile
in questa città,
nel cielo ricevere, trasmettere e poi
immaginarsi qualunque cosa,
per ferire il silenzio
che tutti hanno dentro di sé.
Ma lui credeva nelle ferite e si sfiorava,
si toccava nel cuore con la mano nervosa,
guardando le nuvole correre via
impazienti da lì,
Fa#m Mim Do La Re
da quel tetto sospeso sugli uomini.
Sim Mi La Re Sol/La Re /La Sol/La Rem
Sib Solm7 Do7 Do5+
Fa
Finché un giorno un'antenna ribelle
Mim7 La7
ai programmi di quiz
Rem Rem7+ Rem
fece sparire le strisce e nel cielo
Rem6 Lam Rem9
trasmise l'immagine della Madonna,
Solm Lam Sib
una donna normale, non male,
Do11 Do7
che disse così:
Fa Do7
"Io spengo la luce, se vuole io posso fare
Fa Do7
una musica più forte del vento,
Sim Mi
posso anche uscire dal monitor,
La
dalla gravità,
Lam Re7 Sol7+ 6 7+ 6
potremmo ballare anche subito
Solm
se lei non ha fretta
Do7 Fa
e non vuole tornare laggiù."
Mim7 La7 Re7+/La Sol/La Re7+/La Sol/La
E noi siamo sempre veloci
a cambiare canale,
ma coi piedi piantati per terra,
guardando la vita con aria distratta,
senza entrare nel campo magnetico
della felicità;
felicità che sappiamo soltanto guardare,
aspettare, cercare già fatta,
quasi fosse anagramma perfetto di facilità,
barando su un'unica lettera.
Do La Re Do La
Sim
Conoscevo quell'uomo
Fa#m
e per questo racconto di lui.
Sol
È sparito da allora
Sol#dim Fa#m/La Si7
e nessuno ha scoperto dov'è,
Do La
ma un dubbio, un sospetto od un sogno
Re
io almeno ce l'ho:
Sim
provate a passare in una sera d'estate
La
vicino ai grattacieli di periferia,
Sol
provate a sentire, captare, trasmettere
Re
e poi raccontare qualcosa;
Fa#m Mim/Sol Mim Midim
se allora sentite una musica son loro
Re
che ballano in bilico sulla città.
Fa#m Do La Re Fa#m Do/Sol La
Il bello
Mi7
Lam Mi7
Bello, col vestito della festa
Lam La7
bello, con la brillantina in testa
Rem Lam
bello, con le scarpe di Koppale
Si7
e l'andatura un po' per male,
Mi7
ed in bocca il riso amar...
Lam Mi7
Le donne treman, quando monto la Gilera
Lam La7
fremono, aspettando alla balera
Rem Lam
muoion, spasimando nell'attesa
Mi7
che ad un mio cenno d'intesa
Lam
io le stringa nel "casché"
Mi7 Lam Mi7 Lam
(modestamente! olè!)
La Mi7
Poi mi decido e avanzo tra la folla
La
e con un fischio invito la più bella;
Rem Lam
lei mi stramazza fra le braccia, poverina,
Si7
quell'odor di brillantina
Mi7
è il profumo dell'amor
La Mi7
e mentre il tango dolcemente vola
La
sussurro piano: "bambola il tuo nome!"
Rem Lam
Risponde dolce "Sguazzinelli Argia"
Mi7 Lam
sto qui in fondo alla via al centoventitré
Mi7 Lam Mi7 Lam
(Dimenticavo! Olé!)
Bello, con la mossa, olé, dell'anca!
Bello, mentre turbina la danza
Bello con lo sguardo vellutato,
ed il labbro corrucciato,
e la voluttà nel cor!
La stringo forte in una spastica carezza
e nello spasimo, una costola si spezza,
ma che m'importa, poiché sono quasi un mito
questo è tributo che una donna pagar de
(Sono fatale! Olé)
Tace il violino, si tace la chitarra,
sazio d'amore la risbatto sulla panca,
lei, sta piangendo il suo dolore, poverina,
quell'odor di brillantina
non scorderà mai più.
Mentre la notte tenebrosa impera
risalto al volo sulla mia Gilera
Per questa sera ho troppo amato, e sono stanco,
la notte tutto in bianco non posso fare perché
sono anemico! Olé
Bisanzio
Rem
Anche questa sera la luna è sorta
Sib
affogata in un colore troppo rosso e vago.
Solm
Vespero non si vede, si è offuscata,
La
la punta dello stilo si è spezzata.
Fa La7
Che oroscopo sai trarre questa sera, Mago?
Rem
Io Filemazio, protomedico
Sib
matematico astronomo, forse saggio.
Solm
Ridotto come un cieco a brancicare attorno,
La4
non ho la conoscenza, od il coraggio
La7
per fare quest'oroscopo,
per divinar responso,
Fa La7
e resto qui ad aspettare che ritorni giorno
Rem Fa Do7
e devo dire, devo dire,
Sib Fa
che sono forse troppo vecchio per capire
La7
che ho perso la mia mente in chissà
Rem Sib
quale abuso, od ozio,
Solm Sib
ma stan mutando gli astri
Fa La7
nelle notti d'equinozio.
Rem Fa Do7
O forse io, forse io,
Sib Fa
ho sottovalutato questo nuovo dio,
La7
lo leggo in me e nei segni
Rem Sib
che qualcosa sta cambiando,
Solm Sib
ma è un debole presagio
Fa La7
che non dice come e quando...
Me ne andavo l'altra sera
quasi inconsciamente
giù al porto Bosphoreion
là dove si perde
la terra dentro al mare
fino quasi al niente
e poi ritorna terra
ma non è più occidente.
Che importa a questo mare
se essere azzurro o verde?
Sentivo i canti osceni
degli avvinazzati
di gente dallo sguardo
avviluppato e vuoto
ippodromo bordello, e nordici soldati
Romani e Greci urlate,
dove siete andati...
Sentivo bestemmiare in Alamanno e in Goto...
Città assurda, città strana...
Di quest'imperatore sposo di ...,
di plebi smisurate,
labirinti ed empietà
di barbari che forse
sanno già la verità.
Di filosofi, e di etere,
sospesa tra due mondi, e tra due ere
Fortuna e età han deciso
per un giorno non lontano,
ma il fato chiederebbe
che scegliesse la mia mano, ma...
Bisanzio è forse solo un simbolo insondabile
crudele e ambiguo, come questa vita
Bisanzio è un mondo che non mi è consueto
Bisanzio è un sogno che si fa incompleto.
Forse Bisanzio non è mai esistita
e ora è giorno,
e un'altra notte è andata
Lucifero è già sorto,
e si alza un po' di vento
è freddo sulla torre,
o è l'età mia malata
confondo vita e morte,
non so chi è passata
mi copro con la testa il capo
e più non sento,
e mi addormento
mi addormento
mi addormento.
Black-out
Mi Do#m Fa7 La
Si7 Mi Si7 Mi Si7
Mi
La luce è andata ancora via,
Do#m7
ma la stufa è accesa e cosi sia
Fa# La
a casa mia tu dormirai ma quali sogni
sognerai
Mi
con questa luna che spaccherà in due
Si7
le mie risate e le ombre tue
La
i miei cavalli ed i miei fanti
Mi
il tuo esser sordo ed i tuoi canti
Si7
tutti i ghiaccioli appesi ai fili
La
tutti i miei giochi e i tuoi monili
Mi Si7
i campanili i pazzi i santi e l’allegria.
E non andrà il televisore;
cosa faremo in queste ore?
rumore attorno non si sente,
corriamo a immaginar la gente
giochiamo a fare gli incubi indiscreti,
curiosi d'ozi e di segreti,
di quei pensieri quotidiani
che a notte il sonno fa lontani
o che nel sogno sopra a un viso,
diventan urlo od un sorriso
il paradiso, inferno, mani,
l'odio e amore.
La
Avessi sette vite a mano,
Si7
in ogni casa entrerei piano
Mi Sol#m7 Do#m7 Fa#
e mi farei fratello o amante, marito,
figlio, re, brigante
Mi Sol#m7 Do#m7
o mendicante o giocatore
Fa#7 Si7
poeta, fabbro, papa, agricoltore.
La
Ma ho questa vita e il mio destino,
Si7
e ora cavalco l'appennino
Mi Sol#m7 Do#m7 Fa#
e grido al buio più profondo la voglia
che ho di stare al mondo
Mi Sol#m7 Do#m7
in fondo è proprio un gran bel gioco
Fa#7 Si7
a far l'amore tanto e a non bere poco.
E questo buio, che sollievo,
ci dona un altro medioevo
io levo dall'oscurità
tutta la nostra civiltà
velocità di macchine a motore,
follia di folla e di rumore
e metto ritmi più lontani,
di bestie, legni e suoni umani
odore d'olio e di candele,
fruscio di canapi e di vele
il miele il latte i pani
e il vino vero.
Ma chissà poi se erano quelli
davvero tempi tanto belli
o caroselli che viviamo
per l'incertezza che culliamo
in questa giostra di figure e suoni,
di luci e schermi da illusioni
di baracconi in bene o in male,
di eterne fughe dal reale
che basta un po' d'oscurità
per darci la serenità
semplicità, sapore sale e ritornelli.
Non voglio tante vite a mano,
mi basta questa che viviamo
comuni giorni intensi o pigri,
gli specchi ambigui dei miei libri
le tigri della fantasia,
tristezze ed ottimismo ed ironia.
Ma quante chiacchiere stavolta,
che confusione a ruota sciolta
lo so che è un pezzo che parliamo,
ma è tanto bello non dormiamo
beviamo ancora un po' di vino,
che tanto tra due sorsi è già mattino.
Su sveglia e guardati d'attorno,
sta già arrivando il nuovo giorno
lo storno e il merlo son già in giro,
non vorrai fare come il ghiro
non c'è black-out e tutto è ormai finito,
e il vecchio frigo è ripartito
con i suoi toni rochi e tristi
(scatarra) versi futuristi
lo so siam svegli ormai da allora,
ma qualche cosa manca ancora
finiamo in gloria amore mio,
e dopo, a giorno fatto,
dormo anch'io.
Bologna
Mim La
Mim La
Mim Re
Bologna è una vecchia signora
Sol Si
dai fianchi un po’ molli
Do Sol Mim
col seno sul piano padano
Sol Re
ed il ... sui colli
Do Sol
Bologna arrogante papale
Si7 Mim
Bologna la rossa e fetale
Do Sol
Bologna la grassa e l'umana
Fa Do Sol Mim
già un poco Romagna e in odor di Toscana
La Mim La
Mim Re
Bologna per me provinciale
Sol Si
Parigi minore
Do Sol Mim
mercati all'aperto, bistrots
Sol Re
della "rive gauche" l'odore
Do Sol
con Sartre che pontificava,
Si7 Mim
Baudlaire fra l'assenzio cantava
Do Sol
ed io, modenese volgare,
Fa Do Sol Mim
a sudarmi un amore, fosse pure ancillare.
Lam Sol
Però che bohème confortevole
Lam Do
giocata fra casa e osteria
Fa Do
quando a ogni bicchiere rimbalzano
Sol
le filosofie
Lam Sol
oh come eravamo poetici
Lam Do
ma senza pudore o paura
Fa Do
e i vecchi "imbariaghi" sembravano
Sol
la letteratura
Rem Lam
oh quanto eravam tutti artistici
Mim7 Lam
ma senza pudore o vergogna
Rem Si Mi
cullati fra i portici cosce di mamma Bologna
Mim La
Mim La
Mim Re
Bologna è una donna emiliana
Sol Si
di zigomo forte,
Do Sol Mim
Bologna capace d'amore,
Sol Re
capace di morte
Do Sol
che sa quel che conta e che vale
Si7 Mim
che sa dov'è il sugo del sale
Do Sol
che valuta il giusto la vita,
Fa Do Sol Mim
e che sa stare in piedi per quanto colpita.
La Mim La
Mim Re
Bologna è una ricca signora
Sol Si
che fu contadina
Do Sol Mim
benessere, ville, gioielli
Sol Re
e salami in vetrina
Do Sol
che sa che l'odor di miseria
Si7 Mim
da mandare giù è cosa seria
Do Sol
e vuole sentirsi sicura
Fa Do
con quello che ha addosso, perché sa la
Sol Mim
paura.
Lam Sol
Lo sprechi il tuo odor di benessere
Lam Do
però con lo strano binomio
Fa Do
dei morti per sogni davanti
Sol
al tuo Santo Petronio
Lam Sol
e i tuoi bolognesi, se esistono,
Lam Do
ci sono od ormai si son persi
Fa Do
confusi e legati a migliaia
Sol
di mondi diversi?
Rem Lam
ma quante parole ti cantano,
Mim7 Lam
cullando i cliché della gente
Rem Si
cantando canzoni che è come cantare di
Mi
niente.
Mim La
Mim La
Mim Re
Bologna è una strana signora,
Sol Si
volgare e matrona
Do Sol Mim
Bologna bambina per bene,
Sol Re
Bologna busona
Do Sol
Bologna ombelico di tutto,
Si7 Mim
mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto
Do Sol
rimorso per quel che mi hai dato,
Fa Do Sol Mim
che è quasi ricordo, e in odor di passato.
Il caduto
Dom
Io, nato Primo di nome
e di cinque fratelli,
uomo di bosco e di fiume,
Sib
lavoro e di Povertà
Solm
ma uomo sereno di dentro,
come i pesci e gli uccelli
Sol# Fam
che con me dividevano il cielo,
Sol
l'acqua e la libertà;
perché sono in prigione per sempre,
qui in questa pianura
dove orizzonte rincorre da sempre
un uguale orizzonte,
dove un vento incessante
mi soffia continua paura
dove è impossibile scorgere
il profilo di un monte ?
Do7 Fam
E se d'inverno mi copre la neve gelata
Fadim Sib
non è quella solita in cui
Re# Re Sol
affondava il mio passo
Do7
forte e sicuro, braccando
Fam
la lieve Pestata
Fa#dim Re
che lascia la volpe, o l'impronta
Sol Dom
Più greve del tasso.
Ho cancellato il ricordo,
e perché son caduto;
rammento stagioni in cui dietro
ad un sole non chiaro
veniva improvviso quel freddo
totale, assoluto
e infine lamenti poi grida
e bestemmie e uno sparo.
Guarda la guerra che beffa,
che scherzo puerile,
io che non ero mai stato
in un lungo cammino
ho visto quel poco di mondo
da dietro a un fucile,
ho visto altra gente soltanto
da dietro a un mirino.
E siamo in tanti coperti
da neve gelata
non c'è più razza o divisa,
ma solo l'inverno
e quest'estate bastarda
del vento spazzata
e solo noi, solo noi
che siam morti in eterno.
Io che guardavo la vita
con calmo coraggio
cosa darei per guardare
gli odori della mia montagna,
vedere le foglie del cerro,
gli intrichi del faggio,
scoprire di nuovo dal riccio
il miracolo della castagna.
Canzone dei dodici mesi
Mim Re
Viene Gennaio silenzioso e lieve
Sol Si7
un fiume addormentato
Mim Re
fra le cui rive giace come neve
La Do
il mio corpo malato
Mim Re Mim Mim Re Mim
il mio corpo malato
Sono distese lungo la pianura
bianche file di campi
son come amanti dopo l'avventura
neri alberi stanchi (2 volte)
Viene Febbraio, e il mondo è a capo chino
ma nei convitti e in piazza
lascia i dolori e vesti da Arlecchino
il carnevale impazza (2 volte)
L'inverno è lungo ancora, ma nel cuore
appare la speranza
nei primi giorni di malato sole
la primavera danza (2 volte)
Cantando Marzo porta le sue piogge
la nebbia squarcia il velo
porta la neve sciolta nelle rogge
il riso del disgelo (2 volte)
Riempi il bicchiere, e con l'inverno butta
la penitenza vana
l'ala del tempo batte troppo in fretta
la guardi, è già lontana (2 volte)
Rit:
Sol Re
O giorni, o mesi che
Do Sol
andate sempre via;
Si7 Mim
sempre simile a voi
Re Sol
è questa vita mia;
Si7 Mim
diverso tutti gli anni
Re Sol
ma tutti gli anni uguale,
Re
la mano dei tarocchi
La Do
che non sai mai giocare,
Mim Re Mim Re La Do Mim
che non sai mai giocare.
Con giorni lunghi al sonno dedicati
il dolce Aprile viene
quali segreti scoprì in te il poeta
che ti chiamò crudele (2 volte)
Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi
dopo fatto l'amore
come la terra dorme nella notte
dopo un giorno di sole (2 volte)
Ben venga Maggio e il gonfalone amico
ben venga primavera
il nuovo amore getti via l'antico
nell'ombra della sera (2 volte)
ben venga Maggio, ben venga la rosa
che è dei poeti il fiore
mentre la canto con la mia chitarra
brindo a Cenne e a Folgore (2 volte)
Giugno, che sei maturità dell'anno
di te ringrazio Dio
in un tuo giorno, sotto al sole caldo
ci sono nato io (2 volte)
E con le messi che hai fra le tue mani
ci porti il tuo tesoro
con le tue spighe doni all'uomo il pane
alle femmine l'oro (2 volte)
Rit.
Con giorni lunghi di colori chiari
ecco Luglio il leone
riposa e bevi, e il mondo attorno appare
come in una visione (2 volte)
Non si lavora Agosto, nelle stanche
tue lunghe oziose ore
mai come adesso è bello inebriarsi
di vino e di calore (2 volte)
Settembre è il mese del ripensamento
sugli anni e sull'età
dopo l'estate porta il dono usato
della perplessità (2 volte)
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco
della tua identità
come scintille brucian nel tuo fuoco
le possibilità (2 volte)
Non so se tutti hanno capito Ottobre
la tua grande bellezza
nei tini grassi come pance piene
prepari mosto e ebbrezza (2 volte)
Lungo i miei monti, come uccelli tristi
fuggono nubi pazze
lungo i miei monti, colorati in rame
fumano nubi basse (2 volte)
Rit.
Cala Novembre, e le inquietanti nebbie
gravi coprono gli orti
lungo i giardini consacrati al pianto
si festeggiano i morti (2 volte)
Cade la pioggia, ed il tuo viso bagna
di gocce di rugiada
te pure, un giorno, cambierà la sorte
in fango della strada (2 volte)
E mi addormento come in un letargo
Dicembre, alle tue porte
lungo i tuoi giorni con la mente spargo
tristi semi di morte (2 volte)
Uomini e cose lasciano per terra
esili ombre pigre
ma nei tuoi giorni, dai profeti detti
nasce Cristo la tigre (2 volte)
Rit.
Canzone della bambina portoghese
Mim
E poi e poi,
Re
gente viene qui e ti dice
La Do Re Mim
Di sapere già ogni legge delle cose
E tutti, sai,
Re
vantano un orgoglio cieco
La Do Re Mim
di verità fatte di formule vuote
Sol Re
E tutti, sai, ti san dire come fare,
La
Quali leggi rispettare,
Do
quali regole osservare,
Mim Mi
Qual è il vero vero,
Sol
E poi, e poi,
Re
tutti chiusi in tante celle,
La
Fanno a chi parla più forte
Do
Per non dir che stelle e morte
Si7
fan paura.
Mim La Do Re
Al caldo del sole, al mare scendeva
Mim
la bambina portoghese
La Do Re
Non c'eran parole, rumori soltanto
Mim
come voci sorprese.
Sol Re
Il mare soltanto,
Do Re Mim
e il suo primo bikini amaranto,
Sol Re
Le cose più belle
Do Re Mim
e la gioia del caldo alla pelle.
Gli amici vicino sembravan sommersi
dalla voce del mare;
O sogni o visioni qualcosa la prese
e si mise a pensare;
Sentì che era un punto
al limite di un continente,
Sentì che era un niente,
l'Atlantico immenso di fronte.
Do#dim
E in questo sentiva
Sim Do
qualcosa di grande
Sol Re Mim
Che non riusciva a capire,
Do Re La
che non poteva intuire;
Mim La
Che avrebbe spiegato,
Do Re
se avesse capito lei,
Mim
e l'oceano infinito;
La
Ma il caldo l'avvolse,
Do Re Mim
si sentì svanire e si mise a dormire.
Sol Re
E fu solo del sole,
Do Re Mim
come di mani future.
Sol Re
Restaron soltanto
Do Re Mim
il mare e un bikini amaranto.
E poi e poi,
se ti scopri a ricordare,
Ti accorgerai
che non te ne importa niente.
E capirai
che una sera o una stagione
Son come lampi,
luci accese e dopo spente.
E capirai
che la vera ambiguità
è la vita che viviamo,
il qualcosa che chiamiamo
esser uomini,
E poi, e poi,
quel vizio che ci ucciderà
Non sarà fumare o bere,
ma il qualcosa che ti porti dentro,
Mim La
Cioè vivere, vivere
Mim La Mim
E poi, poi vivere.
Canzone della triste rinuncia ♫
Re Mim7
Le luci dentro al buio sono andate via
La7 Sol Re
e l'al